Istinto predatorio, Predazione, Comportamento predatorio e Sequenza predatoria, nella vita di un cane “di casa”.

Oggi vorrei riportare qui (e ampliare) una risposta che ho dato altrove, perché mi ha dato l’occasione di spiegare un concetto che sembra sfuggire a parecchie persone, ma che è, per me, una delle vere chiavi di volta per relazionarsi con un cane in modo consapevole, e ancora di più per aiutare un cane che ha dei problemi.
Il punto di partenza è la confusione fra:
– istinto predatorio (pulsione non razionale e parte della natura del cane, non si può eliminare, è dentro di lui, in alcuni casi si esprime esplicitamente e in altri no, ma c’è comunque)
– comportamento predatorio (l’espressione visibile, comportamentale, pratica, dell’istinto predatorio; può essere consapevole e lucido, mediato dalla mente razionale, oppure può uscire incontrollato e allo sbaraglio, come “raptus”, come gesto istintivo appunto, non ragionato. Importante: NON sempre – anzi, relativamente di rado – i comportamenti predatori hanno a che fare con la predazione, ossia con la caccia vera e propria. Molto più spesso sono comportamenti che vengono utilizzati per affrontare altre situazioni, di tipo sociale, che con la caccia non hanno niente a che fare!)
– sequenza predatoria (la “lista” dei comportamenti predatori, che in natura, nella giusta sequenza, permettono a un predatore di completare una sequenza di caccia e riempirsi lo stomaco; sono comportamenti innati, predeterminati)
– predazione (l’espressione di comportamenti predatori finalizzata alla caccia e al nutrimento).
Quando parliamo di comportamento predatorio e di sequenza predatoria, non ci si riferisce solamente alla predazione, ossia all’atto della caccia vera e propria, quindi, al di là del fatto che conosco molti cani che cacciano con efficacia e mangiano le prede che uccidono, il discorso non verte su questo.
L’istinto predatorio è qualche cosa di fondamentale per il cane perché è proprio una parte di lui, di ciò che un cane è, e si esplicita in moltissimi ambiti della vita di un cane (al di fuori della predazione) e perché un cane sia “psicologicamente completo” è bene che abbia dimestichezza con le fasi della sequenza predatoria, e che sia consapevole di tutti i vari passaggi, perché altrimenti si trova in una condizione di “mutilazione psicologica”, se mi passate il termine.
Si può vivere anche da mutilati? Beh si, in tanti casi vediamo che per vivere di vive, ma si sta meno bene, e si hanno meno possibilità, di chi è “integro”.
Aiutare un cane, specialmente se è un cane in cui la selezione delle razze ha pesato molto e lo ha “mutilato” molto (cercando di assopire o eliminare alcuni tratti della sequenza predatoria ed enfatizzandone altri), a riappropriarsi della consapevolezza dei comportamenti predatori, non significa che il cane debba per forza andare a caccia e mangiare le sue prede, bensì che abbia occasione di attuare, e magari di concatenare, diverse fasi della sequenza predatoria: questo, nel medio-lungo periodo, lo aiuta non poco ad acquisire consapevolezza di sé, sia del suo corpo, sia delle sue emozioni, e lo rende, conseguentemente, più equilibrato, solido, stabile, centrato, lucido, focalizzato…
La parte psichica è lo specchio di quella fisica: se aumenti la tua propriocezione, impari a usare meglio il tuo corpo.
Se, ugualmente, impari a conoscere te stesso, le tue emozioni, le tue pulsioni, ciò che queste suscitano dentro di te, capisci di più chi sei e impari a “usare” meglio la tua mente, a gestire meglio le tue emozioni e a rispondere a ciò che senti con consapevolezza e criterio.
Per queste ragioni, quando si parla di “lavorare sulla sequenza predatoria” o di “finalizzare la sequenza predatoria”, nell’ambito di un approccio etologico-relazionale, si intende fare dei “lavori” (o per meglio dire, proporre delle esperienze) che aiutino un cane a prendere confidenza con la sequenza predatoria e in particolare con le sue ultime due fasi (dissezione e consumazione) perché molto utili a “risolvere” (il termine va inteso come lo si intende in musica quando si parla della risoluzione, o chiusura, di un giro di accordi) determinate situazioni e stati d’animo.
Aiutare un cane ad essere consapevole del proprio istinto predatorio e a saper utilizzare i comportamenti predatori non significa minimamente farne un “predatore fuori controllo”, bensì l’esatto OPPOSTO: considerando che un cane è in qualsiasi caso un predatore (con o senza controllo e consapevolezza), significa dargli modo di essere un predatore consapevole, che saprà usare tutto il suo bagaglio istintuale in modo coerente con le situazioni: per comunicare quando c’è da comunicare, per scaricare stress quando è eccessivamente teso, eccetera.
Elena Vanin