Lasciatemi dire una cosa. Se chi segue questa pagina interpreta le storie che scrivo in termini di amore incondizionato e felicità da leggere negli occhi del cane, evidentemente non sono stato abbastanza bravo a veicolare un messaggio che mi sta molto a cuore.
L’amore non vale come spiegazione, non vale come chiave di lettura e soprattutto non vale come fondamento del benessere.
Tempo fa una persona vedendomi insieme al mio cane mi disse che noi due siamo innamorati. Per certi versi è così.
Ma il punto è che l’amore non può essere causa, movente o risposta. Il mio cane non sta con me perché mi ama, ma “mi ama” perché lo stare con me appaga il suo tempo. Il legame affettivo non è una motivazione a priori, ma la risultante di una quotidianità costruita sul fare insieme.
Una delle cose che si impara in montagna con il proprio cane è che l’idea che ci segua ovunque perché è mosso da amore incondizionato è un falso mito.
Ci segue finché non si concentra su qualcosa di meglio, finché non è preso dalla compagnia di altri cani, finché non è messo di fronte ad una difficoltà.
Quando capita di affrontare passaggi in cui un cane non si sente sicuro, in genere il proprietario confida che la sua presenza sia sufficiente a infondergli la tranquillità necessaria. Perché mi ama e si fida. Beh, col cazzo.
La maggior parte delle volte il cane ti fa il dito medio. Valuta la situazione, ti guarda come per dire “sei cretino se pensi che io venga fin lì”, e quando capisce che butta male torna indietro. E con l’amore incondizionato ci puoi confezionare i cioccolatini.
Un cane non è felice di vivere con noi PERCHE’ ci ama. E’ felice di vivere con noi quando siamo in grado di riempire le sue giornate di esperienze degne di essere vissute.
Non si vive con un cane per colmare un bisogno di relazione attraverso surrogati affettivi. Si vive con un cane perché arricchisce le nostre giornate. Perché ogni momento passato a FARE cose insieme lui ha più valore che a farle da soli.

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