soggettività del cane

– Roberto Marchesini –

“Gli animali non sono soprammobili, non vivono di comfort ma di attività, non sono oggetti che si possiedono ma portatori di interessi che li riguardano. Per capire la soggettività occorre proprio partire da questo stato di autoappartenenza legata al sentire emozionale e al desiderare motivazionale. Se un animale non può fare le attività verso cui è predisposto non sarà certo una condizione di welfare a farlo star bene. Purtroppo pensiamo di risolvere questi problemi legati all’inattività attraverso una maggior dose di comfort o con atteggiamenti affettivi o peggio ancora con psicotropi. No, prima di tutto occorre capire che l’attività è per un cane come per qualunque animale indispensabile come l’aria che respira.”