La famiglia multispecie, vivere con animali di altra specie

La famiglia multispecie
Vivere con animali di altra specie

Andrea Laurent-Simpson della Southern Methodist University, è stata tra i primi a parlare del concetto di famiglie multispecie.
Lei, professoressa di sociologia, li definisce come parte di “una struttura familiare diversificata e non di tipo tradizionale”, questo tipo di organizzazione di convivenza sociale include gli animali domestici come membri a tutti gli effetti.

 

È proprio in relazione a questo sentimento famigliare che ci unisce al nostro cane, che anche in Italia esistono e aumentano di giorno in giorno una moltitudine di organizzazioni, associazioni, centri cinofili che si occupano di come migliorare le relazioni in famiglia con il cane convivente.
Ma allora come mai esistono tante scuole di pensiero che descrivono come è corretto comportarci con il cane?
Si legge quotidianamente sui social di metodologie educative e addestrative che sono apertamente in contrasto tra loro, soprattutto su come deve essere trattato il cane in famiglia.
Una domanda che apparentemente risulterebbe essere complicato offrire una risposta, ma non è del tutto così e non riguarda solo il cosa fare con il cane.
Perché la risposta in realtà risiede non tanto di cosa fare o non fare con il cane, ma in quale famiglia umana è stato inserito quel cane.

 

E vediamo in due esempi i poli opposti di un’organizzazione familiare.
Esistono famiglie umane fortemente competitive tra i loro membri, padri che si sentono capi famiglie, mamme condannate al ruolo di casalinghe, figli che per farsi ascoltare urlano con rabbia i loro bisogni.
Ma esistono anche famiglie fortemente partecipative nelle loro dinamiche relazionali, mariti e mogli che cooperano alla pari e progettano il loro piano di vita in comune, genitori che accompagnano i loro figli verso la loro emancipazione ascoltandoli e facendoli partecipi della vita affettiva che si respira in famiglie.
Per brevità ho messo solo i due estremi di come può essere organizzata una vita famigliare umana e dove all’interno di essa viene adottato un animale domestico come il cane.

 

Ecco che la scelta di come educare o addestrare il cane rifletterà verosimilmente le stesse modalità di come quella famiglia viveva oltre il cane.
La prima famiglia nell’esempio sopra citato pare chiaro che fondi il proprio stare insieme su dinamiche di dominanza e sottomissione, modalità competitive dove il conflitto sembra essere sempre la proposta seguito da risposte sempre univoche. Risposte basate sulla sottomissione dell’altro per definire le proprie ragioni e priorità.
Che tipo di professionista cinofilo ricercherà questa famiglia per addestrare il loro cane?
Immagino qualcuno che si occupi solo di come rendere il loro cane docile, mansueto, sottomesso ai valori/voleri dell’autorità gerarchica del capo famiglia e a scendere anche di tutti gli altri componenti. E quindi segregare il cane in ultima posizione gerarchica come soggetto che possa soddisfare la catena di comando competitivo e subordinato di tutti i componenti. Un esempio di gerarchia militare dove il generale comanda il colonnello, il colonnello il capitano, il capitano il sergente, ecc.

 

La seconda famiglia nell’esempio precedente, quella fortemente e solidamente basata su processi cooperativi di coppia e con dinamiche accudenti dei propri figli, ma anche accogliente tra tutti i componenti con un tipo di gerarchia interna basata sull’accreditamento dell’altro, su ruoli riconosciuti e appaganti per tutti i componenti e il rango è detenuto da chi ha più esperienze e competenza riconosciuta da tutti in un determinato ambito relazionale. In queste famiglie non si riscontrano le solite frasi del tipo: “chi porta i pantaloni in famiglia”, o “le donne è meglio che stiano a casa” e così via.
Secondo voi questo tipo di organizzazione famigliare potrebbe rivolgersi o permettere a un professionista che vorrebbe sottomettere, rendere docile, inibire il loro cane per renderlo ubbidiente e sottoposto ai voleri dei loro capi branco?

 

Ci pare chiaro che queste famiglie sono alla ricerca di percorsi educativi per il loro cane basati sul riconoscimento reciproco e su posizionamento famigliari multispecie basati sulla cooperazione sociale e alla ricerca di come sanare eventuali conflitti qualora possano emergere tra animali umani e animali non umani che compongono la “famiglia multispecie”.
Cosa voglio esprimere in questo piccolo articolo?
Nulla di particolare, se non tentare di fare un analisi sulle diverse scuole di pensiero e come esistano famiglie umane che sono basate su criteri sociali di appartenenza molto diversi tra loro.
Quelle basate sulla dominanza e quelle basate sulla cooperazione sceglieranno modelli e metodi diversi per interagire con il loro cane, metodi che spesso rispecchiano il loro stile di stare nelle relazioni.
Ma sappiamo che non tutte le famiglie sono o di un tipo o di un altro, che dentro ognuna di esse possono esserci tante sfumature, che le possono spostare verso un lato o l’altro dei due estremi che ho citato.
Personalmente allora lancio un appello a questo ultimo tipo di famiglia, quelle che io definisco, non la via di mezzo, ma piuttosto la maggioranza, sono quelle famiglie dove a volte si litiga, altre si fa pace, spesso si accettano compromessi e a volte si è davvero un gruppo affiatato.
Ed è queste famiglie multispecie che mi rivolgo, quando pensano di offrirsi un modo per migliorare la comunicazione e la relazione con il proprio cane.

 

E lo faccio, chiudendo questo articolo, utilizzando queste parole: Fate attenzione a chi vi rivolgete per affrontare il problema di come vivere meglio con il vostro cane.
La ricetta che vi suggeriranno potrà essere da una parte o dall’altra degli esempi che vi ho citato, ma sarete voi il vostro cane e la vostra “famiglia multispecie” a sentire di come voler vivere tra voi …
E ricordatevi un cane può insegnarci a essere una famiglia migliore, non facciamo che lui diventi una parte del nostro essere i peggiori animali sociali in natura.

Attilio Miconi